collezione di esperienze e sospensione del giudizio

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  1. DanielaB
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    Sono sempre affascinata dal concetto che abbiamo già visto insieme durante i nostri dialoghi, quello della collezione delle esperienze altrui, sospendendo il giudizio, entrando nudi e senza preconcetti negli altri (ammettendo di essere riusciti a definire questi “altri”). Io questa estate ho cercato di farlo, con ancora più entusiasmo visto che ero sull'altro continente e mi aspettavo nuove esperienze. Mi sono trovata in difficoltà. L'empatia che sto cercando di sviluppare e soprattutto la sospensione del giudizio si sono infrante miseramente dopo il seguente episodio. Una coppia di ragazzi, parte della mia famiglia acquisita, è diventata in età adulta di religione mormona. Il "lui" e la "lei"decidono di sposarsi. La loro congregazione, e/o il loro credo impone ai genitori e ai fratelli di attendere fuori dalla chiesa/tempio la fine della cerimonia, in quanto come non mormoni non possono assistere.
    Io a collezionare questa esperienza sospendendo il giudizio non ce l'ho proprio fatta! Al di là del furore di mamma mi sono chiesta altre domande: dove finisce il diritto di una persona ad esprimere il proprio credo, la propria “identità” ?: fare la cerimonia con i tuoi più o meno nuovi "amici"( lasciatemi passare il termine...) ed escludere chi ti ha cresciuto e tanto ha fatto per te??? Ma mi faccia il piacere!!!! direbbe qualcuno per sorriderci sopra!! Bohm a questo punto è già caduto in un pozzo senza ritorno...
    Ammiro i genitori di questi ragazzi che sono stati al “gioco”, non credo che ce l'avrei fatta.

    Il rispetto completo, la sospensione del giudizio vera, dovrebbe consistere nel sentire che va bene così, che è un modo come un altro di fare le cose, il matrimonio, in questo caso.
    Seguendo questo filo del mio pensiero, mi rendo conto che sono i sentimenti, le passioni che si sono messe di traverso. Sentimenti e passioni che i NOSTRI usi e costumi ci hanno insegnato ad avere.
    Dal punto di vista del fatto in sé infatti non c'è nulla di male: nessuno è stato picchiato o ucciso, nessuno ha rubato ( ed anche se fosse?...non dovrei anche qui sospendere il mio giudizio??)

    Non ci stiamo spingendo un po' troppo oltre la nostra natura di Uomini dotati anche di sentimenti? Non rischiamo, in una sospensione totale, una completa disgregazione dell'essere umano come tale, (proprio quello che stiamo cercando di evitare con i nostri esercizi)??? In fondo non è una novità che gli estremi si tocchino...
    Se così fosse, i nostri esercizi si ridurrebbero a semplici esercizi accademici...
    Spero che qualcuno voglia aggiungere qualche pensiero ...
     
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  2. Massimo G. Pittella
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    Mi accorgo purtroppo solo ora del tuo post, Daniela, perdonami. La trovo una testimonianza di grande valore e te ne ringrazio. Trovo più che naturale la tua reazione emotiva all'episodio che ci hai raccontato e comprendo i tuoi dubbi. Quanto alla pratica della sospensione, che è ovviamente la più difficile in quanto contro-culturale, voglio subito rassicurarti: NESSUNO può pensare di farne la disposizione d'animo abituale di ogni giorno e di ogni istante di vita. Forse i santi, non so, ma non credo... anche Padre Pio mi risulta che si incazzasse di brutto! E neppure i monaci buddisti possono restare in stato di meditazione vita natural durante. Per la sospensione è lo stesso, è anche lei una forma di meditazione... la si pratica quando si decide di praticarla e stop! La puoi considerare uno stato alterato di coscienza, come la meditazione orientale. E in quanto stato alterato è diverso dallo stato ordinario di coscienza, che è quello in cui siamo stati programmati a vivere fin dalla nascita e che non possiamo certo pensare di poter abbandonare del tutto. D'altra parte la pratica della sospensione è semplicemente un mezzo di esplorazione, una navicella cosmica a bordo della quale saliamo, o proviamo a salire, quando entriamo in dialogo (persino lì la cosa non è sempre facile), per sperimentare per qualche ora una dimensione esistenziale diversa da quella abituale, in cui cercare insieme qualche insight. Il che è già, comunque, un esercizio tutt'altro che accademico.

    C'è poi un aspetto fondamentale della sospensione, che forse non hai ancora colto pienamente. Sospendere non significa assolutamente reprimere i sentimenti, le emozioni, le passioni! Perfino le tanto vituperate risposte reattive di S1 non vanno assolutamente represse! E tanto meno ci si deve sentire in colpa quando ci accorgiamo di averle. Sospenderle significa soltanto riconoscerle e, per la durata dell'esercizio, non farle agire, non abbandonarcisi, non permettere loro di invadere totalmente la nostra coscienza, ma tenerle come sospese a mezz'aria davanti ai nostri occhi... sai come in quelle pubblicità in cui all'improvviso sembra che il tempo si fermi e tutti i personaggi e le cose in movimento si bloccano come per un incantesimo in un fermo immagine tridimensionale... hai presente? Tutti i colori, e lo spessore delle cose, e la prospettiva, e il dinamismo della scena e l'espressività dei volti, tutto insomma è perfettamente conservato nella sua integrità, anzi lo apprezzi perfino meglio... perché tutto è fissato in un fermo immagine che ti consente di osservare con calma e precisione ogni minimo dettaglio. E' quella la sospensione! E' più o meno in quel modo che, quando decidi di farlo, devi riuscire a sospendere provvisoriamente davanti ai tuoi occhi i tuoi impulsi reattivi, i tuoi giudizi, le tue reazioni emotive, così da poterle osservare nei dettagli... Altro che sopprimerli! Sono sì momentaneamente bloccati, ma li si blocca proprio per riuscire a vederli meglio, a prenderne coscienza ancora più nel dettaglio, a osservarne la provenienza, le connessioni, perché proprio come nei fermi immagine di quelle pubblicità hai la possibilità di cogliere minuzie che altrimenti, a "velocità normale", non avresti mai né il modo né il tempo di vedere!

    Lo stesso devi fare anche con ciò che gli altri ti oppongono: le loro credenze, le loro usanze, i loro bisogni, i loro comportamenti, i loro ordini di valori, i loro assunti fondamentali, per quanto contrari possano essere rispetto ai tuoi. Il risultato sarà allora un "fermo immagine" della scena generale, nella quale hai "congelato in azione", gli uni accanto agli altri, sia i tuoi elementi che quelli altrui. E li devi osservare non separatamente, ma proprio nella loro compresenza nella stessa scena, nello stesso fermo immagine! Solo osservarli! Tutti insieme. Tutti congelati nella stessa immagine mentale. In attesa che, magari, un insight ti arrivi e ti riveli forse il senso e la possibilità di quella compresenza. Ma poi, che l'insight ci sia stato o no, una volta che è finito l'esercizio e il cerchio di dialogo si è sciolto, anche l'incantesimo del fermo immagine si scioglie e ciascuno riprende liberamente a militare per i propri valori, a spasimare per le proprie passioni, ad agire le proprie reazioni, riprendendo la propria ordinaria natura umana-troppo-umana (il riferimento è a Nietzsche), esattamente come in quelle pubblicità, alla fine, la scena riprende vita e il tempo torna a scorrere normale. E' l'insight che c'è stato prima, eventualmente, ad avere modificato qualcosa nella nostra disposizione abituale... Quella non la possiamo modificare (se non in modo del tutto superficiale) né con la semplice forza di volontà, né con il buon cuore, né con la semplice partecipazione agli incontri di un gruppo, né con un'idea che che abbiamo trovato in un libro di Bohm o di chiunque altro. Solo gli insight, forse, hanno la facoltà di produrre cambiamenti stabili e profondi della nostra personalità e nella nostra visione del mondo. Ma non siamo noi a poter scegliere se e quando averli. Possiamo solo esercitarci in certe pratiche che riteniamo possano aiutarci a porci nelle migliori condizioni che possano favorire e stimolare l'emersione di un insight. Il dialogo bohmiano, la pratica della sospensione e tutto il resto non hanno altro fine che questo.

    Sicuramente, ad ogni modo, il tuo episodio è il segno rivelatore di un vero, potente, assunto fondamentale (o forse più di uno) - di quelli che piacciono a me - con cui sei pienamente identificata. Credo potrebbe essere molto importante per te scavare a fondo e arrivare a individuarlo con chiarezza e precisione.

    Dimmi per favore se sono riuscito a spiegarmi e scusami ancora per averti risposto solo ora.

    Edited by Massimo G. Pittella - 10/9/2015, 03:35
     
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  3. DanielaB
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    Grazie Massimo per la lunga e completa risposta. Sì credo che tu abbia ragione quando dici che non ho ancora colto il fatto che la sospensione sia "temporanea", come un esercizio di meditazione. D'altra parte, ma questo è il mio personale desiderio ed esula da Bohm, mi piacerebbe diventare come un monaco buddista in meditazione permanente. Molto bello e rivelatore l'esempio del fermo immagine. Ora il tutto mi è più chiaro.
     
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  4. Massimo G. Pittella
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    Il tuo desiderio, che comprendo bene, può essere realizzato, forse, per effetto del potere trasfigurativo di insight sempre più profondi. D'altra parte anche il Buddha prescrisse per gli uomini la Via di mezzo, tra mondanità e ascetismo, come il sentiero più consono di avvicinamento al Nirvana. Una Via da percorrere non senza fatica che si concretizza, guarda caso, in otto pratiche che dovrebbero suonarti abbastanza familiari: 1. Corretta Comprensione, 2. Corretto Pensiero, 3. Corretto Parlare, 4. Corretta Azione, 5. Corretto Sostentamento; 6. Corretto Sforzo, 7. Corretta Consapevolezza, 8. Corretta Concentrazione. Se ci fai caso non è una via molto diversa da quella che propone laicamente Bohm, usando semplicemente termini e metodi più occidentali. Entrambi indicano non un insieme di precetti, ma una Via, un percorso lungo il quale muoversi e che probabilmente non ha neanche mai fine. La proposta di B&B è di percorrerla, non di teletrasportarsi istantaneamente per chissà quale fin troppo comoda magia in un immaginario punto di arrivo, senza sforzo e senza disciplina, ovvero senza una pratica insistentemente esercitata e un lento avanzare lungo il sentiero, nell'accettazione della faticosa alternanza di successi e insuccessi in cui esso si costituisce. La virtù, credo, sta proprio nello sforzo di tenersi in cammino nonostante tutto, non nella beatitudine mitica di chi non ha più cammino da compiere...
     
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  5. DanielaB
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    Grazie ancora Massimo, partendo dal mio assunto fondamentale che nella vita nulla ti viene dato gratis e se fosse così forse perderebbe valore, sono completamente d'accordo con te e credo anche che il fascino che ha per me la capacità di creare e di tenere il silenzio, non sia altro che il mio desiderio di sviluppare la pazienza, anche quella che mi allontana da un mio seppur irraggiungibile punto di arrivo
     
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4 replies since 30/7/2015, 15:00   42 views
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